atlante
Ascoltando con attenzione parlare una persona, si possono cogliere delle immagini disseminate in ogni frase, come ad esempio “il peso di questa situazione grava sulle mie spalle”, “quella persona mi sta sullo stomaco”,
“ho la testa pesante, piena di pensieri”,””questa situazione mi disgusta o non riesco proprio a mandarla giù”,”mi trascino da anni il peso di questa storia”,”ho la morte nel cuore”,”questa notizia mi ha piegato, mi ha buttato giù”etc….se ci pensate ne troverete infinite, sono tutte Metafore e non solo, in Psicofisiologia Clinica rappresentano Metafore Concrete, dal momento che vengono fuori nel nostro linguaggio quotidiano proprio perchè sono già inscritte nel nostro corpo a livello fisiologico e posturale.

Mi spiego meglio, nella mia pratica terapeutica è normale lavorare sulla Gastrite o sul Reflusso Gastroesofageo di una persona, facendo elaborare sia la situazione relazionale “indigesta” che l’hanno causate e relativo vissuto di rabbia e frustrazione correlate,ma anche suggerire delle piccole modifiche posturali da poter sperimentare da soli nel quotidiano.

Perchè questo approccio risulta efficace?
Perchè estirpa alla radice la modalità disfunzionale che alimenta il problema.
Per la persona, comprendere che per esempio, l’immagine di peso che si porta sulla spalle o il disgusto che prova per qualcosa, non sono solo modi di dire ma concreti schemi mentali che plasmano la sua postura e che, se protratti inconsapevolmente nel tempo, alterano la sua fisiologia dando origine a disagi e patologie conclamate.

uomo con gastriteSembra strano ma per la maggior parte delle persone è molto più facile credere che esistano delle malattie che in modo casuale si creano dal nulla nel corpo piuttosto che accettare che i nostri pensieri sono immagini potenti che condizionano il nostro corpo e le nostre relazioni.

Credo invece che la reale risoluzione di molti problemi e patologie comuni, implichi sempre una nuova consapevolezza di sè e di come con le nostre abitudini ripetutamente disfunzionali, o semplicemente crescendo e cambiando, abbiamo “costruito una situazione che ora si chiama problema”.Tale problema o patologia si è formato nel tempo, anche se noi ce ne accorgiamo soltanto ora che ne avvertiamo in modo evidente gli effetti.Nello stesso modo, nel tempo il problema può scomparire, scoprendo e modificando le modalità con cui l’abbiamo costruito.è accettare che abbiamo grandissimo potere su noi stessi implica una responsabilità e rende totalmente inefficace delegare i nostri problemi a farmaci palliativi e non risolutivi nella stragrande maggioranza dei casi.

Ora un invito: provate ad ascoltarvi mentre parlate o descrivete a qualcuno come state e come vi sentite,potreste già scoprire delle Metafore Concrete che vi guidano tenendo presente che ci sono anche molte metafore positive e sicuramente almeno una volta vi sarà capitato di sentirvi come se….

spiccare il volo

Dott.ssa Silvia Trucco

Psicologa e Psicoterapeuta