Dopo aver vissuto il terremoto è per tutti naturale ed istintivo vivere un senso di impotenza e precarietà

In tutto il mondo, in regioni diverse del pianeta, l’essere umano ha dovuto far i conti con catastrofi naturali di ogni tipo, intensità e frequenza e proprio su questi ultimi due parametri, l’uomo ha sviluppato la sua capacità di far fronte in modo razionale all’inaspettato, continuando a vivere la propria vita, evitando, gli eccessivi allarmismi da un lato e gli episodi di panico non motivati o la diffusione di uno stile di vita dominato dall’ansia dall’ altro.
Guardando le popolazioni colpite periodicamente da tifoni, alluvioni ed uragani, possiamo avere un esempio di quanto detto.
l’Italia dal canto suo è una zona sismica, il che vuol dire soggetta a continui assestamenti più o meno percepibili e prevedibili, senza entrare nella polemica di un sistema edile inadatto, dato oggettivo di partenza, il nostro pensiero da abitanti della penisola dovrebbe essere più consapevole.
Come il signore che abita vicino alla ferrovia e sa’ che puntualmente i suoi oggetti inizieranno a tremare al passaggio del treno e non come l’abitante caraibico che impazzirebbe nel veder scendere la neve.
Quindi è giusto conoscere le regole per gestire al meglio l’evenienza, senza farsi prendere da una paura mal gestita che sfocerebbe nel panico.

Premesso che in questo momento in Italia e’ in corso una lunga fase di assestamento, prima di andare avanti, di seguito alcune indicazioni divulgate dalla Protezione Civile:

-Zaino di emergenza con coperta termica , acqua , kit pronto soccorso, medicinali salvavita, cibo a lunga conservazione, latte in polvere e cambi in presenza di neonati, batterie per torcia. Questo zaino deve essere disponibile e già pronto da prendere al volo nel momento dell’ uscita di casa.
-Torcia da lasciare vicino al letto.
-Non uscire di casa durante la scossa.
-Mettersi sotto gli stipiti delle porte o tavolino.
-Lontano da oggetti che potrebbero cadere.
-Chiudere gas, luce, acqua.
-Uscire per recarsi in luoghi lontani da palazzi o costruzioni.
-Camminare lontano dai cornicioni ma non in mezzo alla strada.

Le indicazioni tecniche ci aiuteranno a pensare alla soluzione allontanandoci dal panico.

Dal punto di vista psicologico

Sintomatologia
Il terrore di sentire mancare la terra sotto i piedi è una delle situazione più difficili da affrontare, poiché mancando l’appoggio dei piedi e l’equilibrio, veniamo anche noi “minati dalle fondamenta”: la vista si appanna, gli arti si irrigidiscono, ed il respiro diventa corto, tachicardia, sudorazione, sensazione di immobilità, vampate di calore, in generale una sorta di blackout psicofisico.
Possiamo, anzi, dobbiamo fronteggiare l’evenienza con delle tecniche simili a quelle utilizzate per l’attacco di Panico.

Non è consigliabile intraprendere una cura farmacologica per far fronte alla suddetta sintomatologia, poiché l’effetto ottundente del farmaco è di ostacolo ad una adeguata reazione all’emergenza dell’evento.

Respirazione
Per chi non avesse familiarità con tecniche per gli Attacchi di Panico (es.Training Autogeno metodo Shultz, Ipnosi Ericksoniana, Tecniche Psicofisiologiche Cliniche integrate, Psicologia Strategica), deve quanto più possibile provare a respirare, prima di tutto attraverso la Respiarazione addominale, che anche se risulta difficile e sembra non riuscire, sarebbe auspicabile lasciarsi guidare da questo tipo di respiro che vi darà modo di pensare e mettere in atto quanto detto sopra. Inoltre una corretta respirazione apporta una adeguata ossigenazione che agevola la capacità di ragionamento e azione.

Il Controllo
Abbandonare l’idea di poter prevenire e controllare il terremoto.
Alcuni pensano di poter far prevenzione addirittura stando svegli o modificando totalmente la propria routine quotidiana, invece, gestire al meglio il singolo evento, pensando ad esso, solo nel momento in cui arriva, equivale ad attivare un sano meccanismo di allerta in grado di funzionare al meglio al momento del bisogno.
Come dire, se la spia resta sempre accesa alla fine non la vediamo più! e questo ci porterebbe inevitabilmente ad abbassare le difese lasciandoci in preda all’ansia.

Quindi aiutiamo i nostri cari aiutando prima di tutto noi stessi, come rammenta sempre il messaggio sugli aerei prima del decollo, che esorta a mettere per prima noi la mascherina dell’ossigeno e poi porgerla a chi ha bisogno.
La nostra mascherina sarà in questo caso l’insieme delle regole preventive e norme antipanico sopra descritte.

Mi rivolgo anche e soprattutto, a coloro i quali, vivono tutti i giorni questo disagio, con un entità tale da alterare la quotidianità come chi ha vissuto direttamente le conseguenze tragiche del terremoto o semplicemente a chi sente crescere in se la paura che ciò possa accadere, senza però riuscire a venir fuori da questo stato di costante allerta che causa anche, insonnia, pensiero ossessivo, vertigini, emicrania, morsa al petto ed altri sintomi ancora, di rivolgersi a professionisti specializzati nella cura dell’Ansia poiché il terremoto è solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di un ansia mai realmente elaborata.

Dott.ssa Silvia Trucco
Psicologa e Psicoterapeuta esperta in Attacchi di Panico.